Ciao a tutti e a tutte,
benvenuti a questo nuovo appuntamento a Quintiliani 🚇
In queste settimane da girovago - fra Puglia, Barcellona, Napoli - anche la newsletter ha latitato, come l’Atac quando se la prende comoda con i suoi ritardi e i suoi tempi di attesa ignoti. Se poi si aggiunge quella che è stata la peggior delusione calcistica della mia vita (no, non è la finale di Europa League), capirete meglio le ragioni di questo vuoto.
Cosa è successo a Roma nel frattempo? Fra le altre cose:
il 28 maggio si è chiuso in città il Giro d’Italia;
ho visto di persona Pilar Fogliati (grazie a Riccardo Cotumaccio);
Gazzelle ha fatto il suo primo Olimpico (complimenti Flavio);
Zerocalcare ha presentato in anteprima a Testaccio la nuova serie Netflix “Questo mondo non mi renderà cattivo”;
a Villa Ada si è svolto il WOMAD, il festival di Peter Gabriel sulla world music (in attesa di abbandonare per sempre questa etichetta giusto un filo iniqua);
c’è stato uno dei Pride più partecipati di sempre;
dopo una lunga malattia, è morto Francesco Nuti (e almeno su Dailymotion si possono recuperare un po’ di suoi film);
Edoardo Ferrario e Stefano Rapone hanno lanciato un nuovo podcast insieme;
sotto il diluvio, i Pet Shop Boys hanno fatto un concerto clamoroso all’Auditorium;
ha riaperto il Magick Bar, per ballare sul Lungotevere e sentirsi un po’ a Berlino, sempre a ingresso gratuito;
ciò che è accaduto a Casal Palocco, a ricordarci che a Roma solo da inizio anno sono morte 71 persone per incidenti stradali (e che non dovremmo fermarci esclusivamente alla superficie delle cose).
Ora riprendiamo le fila del discorso.
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Ma quindi ‘sto Primavera?
La prima volta che sono stato al Primavera Sound di Barcellona era il 2014. Ricordo che in quel periodo, al Circolo degli Artisti c’era stato un talk a cui aveva partecipato uno degli organizzatori del festival catalano: correva voce che, dopo l’espansione portoghese di Porto, si pensasse concretamente a una succursale romana.
Da allora non solo il Circolo degli Artisti resta in stato di abbandono, ma di questo Primavera Sound Roma non c’è stata mai traccia. Leggenda vuole che gli organizzatori si fossero spaventati dinanzi alla famigerata burocrazia italiana: come biasimarli!
Rientrato dalla Catalogna, su Rockol è stata riportata una frase di Joan Pons, capo comunicazione del PS: "Amo l'Italia, sarebbe bello fosse il prossimo paese dove esportare il Primavera”. Già la mente corre a improbabili disposizioni di palchi a Capannelle o chissà dove, ma la verità è che è meglio volare bassi e non farsi facili illusioni.
Intanto, quest’anno il Primavera Sound di Barcellona è stato bellissimo: più umano e vivibile rispetto alla meravigliosa overdose dello scorso anno, con concerti memorabili (Blur e Fred Again su tutti), scoperte bellissime (il post-punk/dark-wave dei Lebanon Hanover alle 4 del mattino è stato un toccasana dalle tinte scure), qualche imprevisto col fuoco (letteralmente, durante il set di Skrillex), qualche piccola delusione (sì Anderson .Paak, ce l’ho con te e i tuoi NxWorries) e la consueta sensazione che se il mondo girasse sempre come al Primavera, saremmo tutti più sereni.
Fra le cose che non ho visto, il duo DOMi & JD BECK: saranno alla Casa del Jazz questo giovedì 22 giugno. Il jazz della generazione Z nella fu villa del cassiere della Banda della Magliana.
La festa di via Balilla
Dal 2017 al 2020 ho abitato alla fine di via Giolitti, verso Porta Maggiore. Da quelle parti c’è una delle strade più belle ed entusiasmanti di Roma, con un nome che di primo acchito ricorda tempi neri: via Balilla.
Ma non quel Balilla, direbbero gli amici di Pendolino.
Via Balilla è un’oasi nascosta tra il caos di Porta Maggiore e della stazione Termini. Una via con case basse, a senso unico e sostanzialmente cieca: ci capiti solo se la conosci o se sei alla disperata ricerca di parcheggio e le stai provando veramente tutte.
Da trent’anni, ogni anno c’è la festa della via: solitamente è un sabato di giugno, nel weekend che precede l’inizio dell’estate, dalle 18 finché i vigili non dicono stop.
Da trent’anni, per una sera, i residenti del luogo - una comunità variopinta e molto unita - mettono a disposizione tavoli e sedie per le strade, offrono cibo e da bere, improvvisano sound system con le casse dai balconi e aprono letteralmente le porte di casa a chiunque. Ricordo che un anno c’era pure un’orchestra di percussionisti che girava intorno all’isolato. Un vero e proprio block party, orgogliosamente aperto a ogni tipo di diversità e umanità.
Domenica scorsa, il giorno dopo la festa, al Nuovo Cinema Aquila al Pigneto è stato presentato un documentario che racconta questo avvenimento così speciale, prendendo le mosse dall’estate in cui a causa del Covid-19 la festa non ci fu. Realizzato da Maurizio Montesi che in questa via ha scelto di viverci, si intitola “Noi qui così siamo” e in effetti racchiude in quattro lettere tutto l’orgoglio di un luogo magico che, una volta l’anno, si mette a nudo e offre pura felicità in cambio di nulla.
L’anno prossimo ve lo ricorderò per tempo.
Cose da fare 👇
Rifrazioni
Oggi 20 giugno, per chi non lo sapesse, è la Giornata Mondiale del Rifugiato. Alla Città dell’Altra Economia c’è un evento ufficiale organizzato da Refugees Welcome, ma restando a Testaccio vi consiglio di non perdervi l’inaugurazione di Rifrazioni, alle 18:00 alla Pelanda del Mattatoio. Non credo che la scelta della data per l’opening fosse voluta, ma mi sembra sicuramente calzante.
Da oggi fino al 27 giugno, infatti, troverete una programmazione artistica multidisciplinare a cura di SPAZIO GRIOT, estensione fisica dell’omonimo magazine online che, detta in modo molto semplice, racconta l’Italia e il mondo visti dagli occhi di afrodiscendenti e italiani di seconda generazione. Insieme alla fondatrice Johanne Affricot realizzammo un’intervista a Clavdio.
Oggi, in particolare, inaugura “Il mio filippino - For those who care to see” di Liryc Dela Cruz: una performance multimediale frutto del lavoro di documentazione raccolto dall’artista attraverso le storie di collaboratrici e collaboratori domestici filippini.
Qui tutto il programma degli eventi, in vari luoghi di Roma.
Il Pigneto va in trasferta
Parlando di magazine online che diventano fisici, mercoledì 21 giugno ZERO inaugura per la prima volta a Roma Club Zero, una festa dedicata ai quartieri della città e alle loro scene.
Per questa prima tappa si parla del Pigneto, ça va sans dire, ma l’appuntamento non sarà al Pigneto bensì al Forte Antenne, in cima a Villa Ada. Se non ci siete mai stati, rientra tra le architetture militari che circondano la Capitale e di cui fa parte anche il più famoso Forte Prenestino (dove fino a domenica c’è Crack! Fumetti Dirompenti, peraltro). Esiste anche un Progetto Forti che punta alla valorizzazione di queste strutture che nella maggior parte dei casi giacciono abbandonate.
Il programma di domani è molto folto e mette in luce le tante anime di quello che è stato e resta il quartiere romano più chiacchierato degli ultimi 15 anni.
Fra le chicche che non mi perderò, le puntate live dei podcast Pendolino e La Notte di Francesco Pacifico, ma anche lo showcase dei Jassiès a cura del Pierrot Le Fou, la presentazione del nuovo numero della fanzine erotica Ossì e il dj-set firmato Tropicantesimo (che meriterebbe una newsletter a parte).
Castel Fusano dreamin’
Sabato 24 giugno, con la scusa di una festa, c’è un nuovo posto da scoprire: Castello Chigi, una dimora secentesca nella pineta di Castel Fusano.
Già le foto della location basterebbero a convincersi, ma fra i resident dell’Alcazar, il dj-set di CIAO Discoteca Italiana e l’esibizione dell’eterno Pino D’Angiò direi che non mancano i motivi per mettersi in macchina direzione Ostia.
Che idea!
Mo vediamo
Un po’ di appuntamenti di questa settimana, senza pretese di esaustività:
stasera e domani a Villa Lazzaroni ultime due sere di Là Fuori, festival della scienza e dell’arte. Fra gli ospiti che potete ancora intercettare, Vera Gheno, Donata Columbro e Valerio Aprea;
sempre stasera, ultima pazza notte al Baronato Quattro Bellezze;
domani mercoledì 21 giugno per il Late Night Monk Riccardo Cotumaccio intervista Stefano Nazzi, che fa il giornalista da tanti anni etc etc e conduce il pluripremiato podcast del Post “Indagini”;
da mercoledì 21 a sabato 24 giugno davanti alla metro Pigneto c’è FIRE, il Festival d’inchiesta e reportage giornalistico organizzato dal Centro di Giornalismo Permanente;
sempre al Pigneto, fino a sabato 24 c’è Pigneto Film Festival;
in alternativa, da giovedì 22 a domenica 25 potreste fare indigestione di baccalà a Roma Baccalà alla Garbatella;
venerdì 23 riapre Vittorio a piazza Vittorio;
sempre venerdì 23, un ultimo scampolo di concerti al chiuso con la dose annuale di sudore e lacrime dei Fine Before You Came al Monk;
ancora venerdì 23, a Industrie Fluviali inaugura WIDE, un grande laboratorio creativo che animerà gli spazi dell’ex-opificio Sonnino fino a ottobre. Fra le altre cose si parte con un dj-set di Club Casbah;
sabato 24 classica apertura all day long del Mercato Testaccio, con dj-set finale;
questo weekend, per chi come me aveva preso i biglietti nel 2019, c’è finalmente Tiziano Ferro allo Stadio Olimpico;
se non avete i biglietti e volete fare una cosa buona, domenica sera a Testaccio Estate evento di musica e stand-up per raccogliere fondi a sostegno delle vittime dell’alluvione in Romagna;
se invece volete sentirvi un po’ Tony Hawk, fino a domenica al Parco di Colle Oppio c’è il World Skateboarding Tour. Con lo skate in faccia al Colosseo.
Per questa settimana è davvero tutto, facciamo che ci risentiamo prima stavolta!