Ciao a tutte e a tutti,
eccoci con un nuovo appuntamento a Quintiliani 🚇
Oggi nasce la nuova rubrica “Prossima Fermata”: un approfondimento verticale su un unico evento o argomento.
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🇬🇧 Londra chiama, Roma risponde 🇬🇧
🗓️ Sabato 21 ottobre
🕥 start: 22:30
📍 Monk
🎫 € 10 al botteghino (e arrivate presto, fidatevi)
Cool Britannia è arrivata alla 18^ edizione.
Dal 2007 ad oggi, è la serata in cui Roma si avvolge nella Union Jack e sogna di essere Manchester, Liverpool o Londra. Un appuntamento a cadenza annuale - ora un po’ più frequente, circa due volte a stagione con l’aggiunta di una versione estiva nata quando al chiuso le serate non si potevano fare - pensato per celebrare i fasti del britpop anni ‘90 e tutti i suoni che hanno preceduto o proseguito un’epopea musicale e culturale che ha fatto tantissimi proseliti anche e soprattutto a Roma.
I fautori di Cool Britannia? Fabio Luzietti, ideatore di PopVenue a fine anni ‘90 e poi di Screadamelica al Circolo degli Artisti e per anni attivo in radio come Radio Città Futura e Radio Sonica; Andrea Esu, attivo con PopVenue, poi fondatore di L-ektrica e oggi direttore artistico di Spring Attitude; Lino Fratarcangeli e Nicola Casalino, dj del Fish’n’Chips, serata indie di culto degli anni Duemila menzionata anche ne Le Coppie de I Cani.
Cool Britannia attira gente da tutta Roma e affezionati da diverse parti d’Italia per cantare tutta la notte le hit di Oasis, Blur, Pulp, Stone Roses, Smiths e Happy Mondays, riscoprire le gemme perdute di Mansun, Ocean Colour Scene, Kula Shaker e Housemartins, tirare fuori dall’armadio Barbour, parka e montgomery, mettersi ai piedi le Clarks o le Dr. Martens e indossare una maglia del periodo sfigato del Manchester City per sentirsi un po’ come i fratelli Gallagher.
Un appuntamento che unisce diverse generazioni e persone altrettanto diverse:
quelli che a metà anni Novanta già frequentavano le serate brit-pop e luoghi come il DDT a San Lorenzo, lo Zoobar di Testaccio o il Velvet a piazza Vittorio e hanno beccato per tempo i concerti del Palladium o dell’Horus;
quelli che conoscono solo Don’t Look Back In Anger;
quelli che negli anni 2000 ascoltavano Franz Ferdinand, Bloc Party, Kaiser Chiefs, Maxïmo Park et similia;
quelli che nella sfida Oasis/Blur tifavano Pulp;
quelli che non hanno vissuto in diretta quelle band e quelle scene ma ci stanno in fissa.
Mi sono sempre chiesto come mai un certo immaginario brit pare che abbia attecchito a Roma più che altrove. Provando con Lino di Cool Britannia ad analizzare quelli che chiamerei “gli effetti del brit-pop sulla romanità”, non siamo riusciti a trovare una risposta univoca, ma abbiamo individuato una serie di fattori:
banalmente e numericamente, i milioni di abitanti;
una serie di persone e serate che negli anni hanno coltivato il culto, anche quando non c’era più la moda;
il successo e trasversale degli Oasis, che continua imperterrito a quasi 30 anni dal loro esordio e che tocca persone diversissime, dal divoratore musicale all’occasionale;
la fascinazione delle curve romane verso lo stile hooligan;
i pariolini che vestono Clarks, Barbour o Fred Perry, facendo propri uno stile che nel Regno Unito era nato con un’altra estrazione sociale.
La verità è che una serata come Cool Britannia va provata almeno una volta nella vita, quantomeno per contare i sosia di Liam Gallagher o per assistere all’incredibile spettacolo di padri e madri di famiglia che per una o due notti tornano a scatenarsi come a vent’anni. E per respirare il fomento e il culto che nutriamo verso certe latitudini musicali, calcistiche e culturali (in passato su Zero.eu ho presentato la serata a partire un breve aneddoto che ben sintetizza tutto questo).
Per tanti e tante di noi, come non mi stancherò mai di ripetere, Cool Britannia è il vero Capodanno.
Se siete innamorati del britpop, della C86 e del twee pop, di Madchester e dell’indie-rock dei primi Duemila, è la serata perfetta per voi. Se non lo siete, venite comunque a curiosare. Tanto poi “Wonderwall” la cantate tutti!
Ripasso pre-Cool Britannia
Letture, visioni, ascolti per arrivare preparati:
un articolo di qualche anno fa del Foglio, per inquadrare il contesto storico della Cool Britannia;
per i 10 anni della serata Cool Britannia, un approfondimento realizzato da Zero.eu con 40 dischi scelti da Lino, Nicola, Fabio e Andrea;
sempre su Zero.eu, una serie di interviste imperdibili a addetti ai lavori di Roma e Milano (fra cui Fabio e Andrea di Cool Britannia) sull’impatto che gli Oasis hanno avuto sulle loro vite, realizzato in occasione dell’uscita del documentario Supersonic nel 2016;
su Netflix c’è una nuova mini-serie su Beckham: la prima puntata è perfetta per immergersi nel modo di quegli anni (e se siete davvero calciofili, recuperate in giro il documentario The Class of ‘92 sulla strabiliante cantera del Manchester United di quegli anni);
la scorsa settimana è uscito un nuovo singolo dei Libertines e oh, è davvero bello!
Che mi metto?
Non è obbligatorio un dress-code né serve prendere alla lettera le regole di stile degli Irriducibili (molto calzanti, però), ma se volete fare vostro lo stile casual o rimediare all’ultimo qualcosa che sia in linea con la serata (Fred Perry, Barbour, Lyle & Scott, Ellesse, etc.), ecco alcuni indirizzi verso cui andare a colpo sicuro:
London Calling (Nomentano/XXI Aprile o Marconi)
Shop in London (Testaccio)
Vintage Market (21 e 22 ottobre a Ragusa Off)
Twice Vintage Shop (Trastevere)
Dressers (Appia Nuova)
Pifebo (Monti o San Giovanni)
Penny Lane (Grottaferrata, e un minuto di silenzio in ricordo di quello a via del Governo Vecchio)
Ci risentiamo presto e ci vediamo a Cool Britannia, per chi ci sarà!