Ciao a tutti e a tutte,
benvenuti a questo secondo nostro appuntamento a Quintiliani 🚇
Grazie ancora a chi ha letto, condiviso, commentato la prima uscita. Per chi non si fosse già iscritto e volesse farlo, basta inserire qui la propria email (ma con Substack si può leggere benissimo da browser, si nun v’aregge).
Primo Maggio bagnato
La prima volta che sono stato al Concertone del Primo Maggio in Piazza San Giovanni era il 2007: avevo 16 anni e stavo finendo il ginnasio, nel Governo Prodi partiti come Rifondazione Comunista e Partito dei Comunisti Italiani esprimevano presidenti della Camera e ministri, in tasca avevo un Ericsson (o forse un Siemens?) che faceva persino le foto ma non sapevo poi come recuperarle. Ma tanto al massimo le avrei messe su MySpace.
Per arrivare a Roma, avevo preso il classico pullman autorganizzato che partiva di notte dalle Puglie, arrivava ad Anagnina in mattinata e ti recuperava dopo il Concertone per riportarti a casa. C’era chi diceva: “non sarà mai bello come l’anno scorso con Ligabue”.
Quest’anno, quando Ligabue ha detto che erano passati 17 anni dall’ultima volta sul palco di Piazza San Giovanni, ammetto di aver avvertito un brividino di vecchiume.
Dal 2007 al 2014 credo di non aver mai saltato un’edizione: per altri tre anni con i pullman, poi più semplicemente da Cinecittà con la metro o con la Mégane.
Nel frattempo ho cominciato a scrivere di musica e a frequentare il backstage per le prime interviste, per sperare di incrociare l’idolo di turno e per scroccare un po’ di fave e pecorino (l’unica costante ancora oggi). Intanto, avevo scoperto che tanti romani al Concertone non ci andavano e che per molti era solo d’impiccio per il traffico. Avrei dovuto intuirlo prima dagli accenti e dalle bandiere dei Quattro Mori.
Negli ultimi anni, nonostante pandemie e sana voglia di fare altro, al Concertone ci sono tornato anche se con meno assiduità. Oggi - lo sapete bene - l’evento è cambiato: resta sempre una certa patina retorica, ma il mondo descritto dagli Elii ne “Il complesso del Primo Maggio” è stato scalzato da indie, (t)rap, it-pop e dintorni. Politica ce n’è meno, Bella Ciao si canta più per timbrare il cartellino. Un Sanremo di Amadeus ma a maggio, un’anticipazione di Mi Ami ma a Roma e coi sindacati che scazzano.
Per certi versi è stato un bene aggiornarsi ai tempi che cambiano, e concedetemi di dire che è bello vedere anche tanti amici su quel palco.
Alla fine pure io sono tornato a timbrare il cartellino nel backstage per incrociare un po’ di gente con la spunta blu su Instagram e, anche se ci siamo beccati una pioggia come mai prima e ho resistito quattro ore scarse, sono sicuro di aver reso felice il me sedicenne. A posto così.
Mistica, again
Il 25 aprile al Borgo della Mistica c’era praticamente mezza Roma.
Domenica 7 maggio ci voglio tornare per Primavera Tropicale Deluxe. Dalle 12 in poi, non solo presabbene al sole (speriamo), drink e dj-set rinfrescanti, ma soprattutto un’occasione per immergersi fra piante e design. Ci saranno infatti esposizioni di vivaisti, artigiani e, appunto, un sacco di piante.
Una bella combo: io punto a risistemarmi il balcone.
Tuttacittà
Chi pensa che a Roma l’arte si sia fermata un secolo fa, semplicemente sbaglia.
Roma è PIENA di gallerie d’arte e di finestre sul mondo contemporaneo, anche se bisogna saper cercare e schivare secoli di arte antica, rinascimentale, barocca, etc. Mi vengono in mente fatiche decisamente peggiori.
Se volete farvi un’idea di ciò che sta accadendo in città nel panorama artistico, il fine settimana dal 12 al 14 maggio c’è la prima edizione di Tuttacittà.
Per tre giorni, oltre 30 gallerie d’arte saranno aperte in contemporanea e visitabili gratuitamente.
La lista completa degli spazi è qui su Zero.
Roma vicina all’Europa (semicit.)
Romaeuropa Festival ha svelato il programma della sua 38^ edizione, dal 6 settembre al 19 novembre. Come sempre, fra teatro, musica e danza, ci saranno 90 spettacoli, 300 repliche, oltre 500 artisti, per oltre due mesi di programmazione in 13 spazi.
Una cosa che vi incuriosisca la troverete, dai.
Game. Set. Match. 🎾
A Roma ormai è overdose di padel, ma non scordiamoci del progenitore nobile.
Maggio è il mese degli Internazionali di Tennis. Da lunedì 8 a domenica 21 potrete andare al Foro Italico ad ammirare i campioni e a spizzarvi i futuri talenti al ground.
E a vedere quant’è incredibile lo Stadio Pietrangeli.
Ovviamente non mancherà tutto il contorno di eventi e serate, in primis con la riapertura in anteprima dell’Hotel Butterfly (già da oggi).
Tutti santi + 1
Parlando di pizza e bevande che non siano birra o coca-cola, già saprete che da qualche anno in Prati c’è Sant’Isidoro (e che ci sta di mezzo Alessandro Borghi). La succursale a Lungotevere di Pietro Papa (Marconi, dalle parti del teatro India) aveva lo stesso nome e faceva sempre pizza napoletana. Ma ora non più: si chiama San Martino e fa pizza romana. Accanto alla sede in Prati c’è invece San Biagio: pizza al taglio e bolle. Poi un giorno capiremo meglio questa fissa per i santi.
Parlando di santi, ci siete mai stati da Santi Sebastiano e Valentino? Sta dalle parti di Villa Albani (che prima o poi sarebbe bello poter visitare) ed è specializzato in panificazione. Pane di vario tipo, primi e secondi col pane di mezzo, pasticceria di alta qualità. Che io ricordi non brillano per simpatia, ma non è che te li devi portare a casa.
In zona Conca D’Oro (aka sotto casa mia) ha aperto da qualche mese Svario. Il concetto è simile a quello di Sant’Isidoro: pizza romana + cocktail. Tutto molto buono, atmosfera rilassata, ma non aspettatevi il conto di Remo o Formula 1.
Se vi vengono in mente altri ristoranti che citano santi nel nome, scrivetelo nei commenti (continuo io: SantoPalato, compresi i santi da tirare in ballo per riuscire a prenotare).
Mo vediamo
Un po’ di appuntamenti da qui a metà mese, senza pretese di esaustività:
da stasera a domenica all’Angelo Mai la compagnia lacasadargilla mette in scena Città sola, tratto dallo splendido libro della britannica Olivia Laing, ambientato a New York fra alienazione e affetto per la città;
domani 5 maggio gli Acid Arab fanno un dj-set a Villa Medici, e chi ha letto la newsletter precedente immaginerà quanto io non veda l’ora;
sabato 6 maggio Rebel Rebel chiude la stagione indoor al Cieloterra con Ben Klock, e daje de techno, daje de punta;
questo fine settimana il Vintage Market si restringe e diventa Fuori Mercato al San Paolo District, una ex-rimessa Atac con questo nome un po’ milanese che conferma la mia teoria per cui Ostiense e dintorni è l’unica zona di Roma proiettata nel futuro (o semplicemente una piccola Berlino);
a me Vittorio Pettinato fa morir dal ridere, soprattutto quando imita Max Mariola. Domenica 7 è all’Alcazar con il suo spettacolo;
Lucio Corsi è uno dei più brillanti cantautori dei nostri tempi: suona il 10 al Monk (a meno che non siate più interessati all’Euroderby di Milano);
domenica 14 penultimo appuntamento con Spaghetti Unplugged;
se non temete la presammale, il 15 al Monk e il 16 da Largo c’è Vasco Brondi che risuona il primo album de Le Luci della Centrale Elettrica. Sold-out da secoli, ma provateci e riprovateci.
Chiudo scusandomi pubblicamente con Cosimo, Dario, Emiliano e Marco che sabato scorso hanno provato ad andare a Club Casbah da Frissón: la serata era stata rimandata e ho cercato di allertare più persone possibili.
Per oggi è tutto, ci sentiamo fra due settimane!